Ocse, migliora la stima sul Pil italiano: +0,6% nel 2023 e +1% nel 2024. “Fare riforme strutturali”


Il Pil dell’Italia è atteso a una crescita al ritmo dello 0,6% nel 2023 e dell’1% nel 2024. Sono le nuove stime contenute nell’interim outlook pubblicato oggi dall’Ocse, che rispetto a novembre ha alzato di 4 decimi la proiezione per l’anno in corso mentre conferma quella per il prossimo.

“E’ molto importante che le riforme strutturali proseguano in Italia: rafforzano il dinamismo delle imprese”, ha detto il capoeconomista dell’Ocse, Alvaro Pereira, rispondendo a una domanda sull’Italia nel giorno della presentazione. Pereira ha evocato, tra l’altro, l’importanza di limitare “alcune restrizioni che esistono nel settore dei servizi”. Ma anche “riforme essenziali in materia macroeconomica, sulla fiscalità. Saremo molto felici di proseguire il lavoro con le autorità italiane per continuare a sostenere questi sforzi di riforme”.

“Sebbene non conosciamo ancora l’agenda delle riforme – ha aggiunto il capoeconomista – credo che il governo stia prendendo delle misure importanti sul fronte macro. Ci sono aree, come le tasse e il clima di business che possono esere migliorate e saremo felici di lavorare con le autorità italiane per fornire la nostra assistenza con questo sforzo riformistico”.

L’Italia si confronta con una crescita prevista per la Germania dello 0,3% nel 2023 (stime rivista da -0,3%) e dell’1,7% nel 2024 (da 1,5%) mentre per la Francia le stime sono rispettivamente di un 0,7% quest’anno e di un +1,3% il prossimo. Entrambe le proiezioni sono state aumentate dello 0,1%. Attesa infine a una crescita dell’1,7% in entrambi gli anni la Spagna. Per quanto riguarda l’evoluzione dell’inflazione in Italia nel biennio, l’organizzazione parigina ha alzato di 2 decimi la stima per l’inflazione headline nel 2023 al 6,7% mentre ha abbassato dello 0,5% al 2,5% la previsione per la crescita dei prezzi nel 2024. Allo stesso modo, l’Ocse ha alzato dello 0,8% la stima per l’inflazione core (al netto di energia e alimentari, beni volatili) nel 2023 al 5,1% mentre ha abbassato dello 0,2% la stima per il 2024 al 2,9%.

L’Organizzazione lancia un monito sulla necessità di stringere ancora i cordoni dei tassi: “Le politiche monetarie devono restare restrittive fino a quando non si osserveranno chiari segni di riduzione duratura delle tensioni inflazionistiche sottostanti”. Quanto alle prospettive di crescita, “oggi sono un pò più ottimistiche rispetto alle nostre previsioni precedenti, ma l’economia globale rimane fragile”.



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