Riparte lo smart building – la Repubblica


Il volume di affari del mercato smart building ritorna a crescere in Italia. A fine 2021, secondo le ultime stime dell’Energy&Strategy (E&S) Group della School of Management del Politecnico di Milano, le stime degli investimenti nell’edilizia intelligente ammontano a circa 9,5 miliardi di euro e mostrano una netta ripresa rispetto al 2020 (più 25%), anno in cui si è registrato un calo dell’11% rispetto ai dati pre-Covid.

“Gli investimenti sono stati in larga parte trainati dagli schemi incentivanti ad oggi in essere come Superbonus 110 e Ecobonus; per questo motivo, oltre che per l’aumento dei prezzi energetici, si prevede che gli investimenti aumenteranno anche nel 2022, soprattutto per le tecnologie di efficienza energetica”, premette Davide Chiaroni, co-fondatore e vicedirettore dell’E&S Group.

A guidare gli investimenti è il settore “building devices & solutions” con 6,5 miliardi di euro (70%), vale a dire tecnologie e impianti per la generazione di energia, per l’efficienza energetica, safety&security e comfort. “Questa è la famiglia che è cresciuta di più rispetto al 2020 (più 44%). L’aumento degli investimenti nel 2021 è stato spinto principalmente dagli schemi incentivanti ad oggi in vigore”, spiega Chiaroni. Che aggiunge: “Questo trend è stato amplificato dall’aumento dei prezzi energetici che ha avuto inizio a partire dall’ultimo trimestre del 2021 e che è stato accelerato dall’inizio del conflitto russo-ucraino nel 2022, che ha fatto scaturire l’urgenza di affrancarsi dall’importazione del gas russo (come stabilito dalla recente linea guida europea Repower Eu). Tutti questi fattori hanno fatto sì che i maggiori investimenti (nel 2021, a maggior ragione nel 2022) siano allocati in soluzioni di efficienza energetica e in quelle soluzioni tecnologiche che elettrificano i consumi finali (pompe di calore, fotovoltaico)”.

Tuttavia, fa notare Chiaroni, per dare nuovo ossigeno al mercato dell’efficienza energetica sarebbe necessario mettere mano allo strumento del Superbonus 110. “Il blocco della cessione dei crediti dovuta alla saturazione di capacità degli istituti di credito, così come l’annullamento dei benefici di concorrenza causato dall’aliquota pari al 110% hanno di fatto portato a importanti inefficienze di mercato, tra cui l’aumento esponenziale dei costi di personale e materie prime – denuncia il vicedirettore di E&S – Per continuare a promuovere interventi che migliorino le condizioni degli edifici, sarà dirimente valutare un decalage dell’aliquota incentivante che implichi una quota dell’investimento a carico dei beneficiari tale, allo stesso tempo, da non disincentivare il cittadino ad effettuare l’intervento. Inoltre, per facilitare la programmazione degli interventi ad imprese e beneficiari, sarà importante consolidare il quadro normativo-regolatorio, rendendolo chiaro e stabile, attraverso uno schema incentivante di medio-lungo periodo che supporti la diffusione di tecnologie efficienti a discapito di soluzioni a più alto impatto ambientale”.

Sempre nell’ambito energy, gli investimenti rimangono stabili o in leggera crescita per la cogenerazione e l’area sicurezza (es. videosorveglianza, impianti antintrusione, serrature). “È da puntualizzare il fatto che rispetto all’anno scorso nel conteggio sono stati esclusi gli investimenti in chiusure vetrate (comfort abitativo), in quanto è stata leggermente modificata la metodologia di calcolo”, avverte Chiaroni.

Segnali positivi arrivano poi dal settore dell'”automation technologies e piattaforme di gestione e controllo” che copre il 25% del mercato con un giro di affari di 2,4 miliardi di euro. “Questa famiglia, che è quella fondamentale per rendere un edificio intelligente, è cresciuta di circa il 2,2% rispetto al 2020, ripartendosi in maniera pressoché equivalente tra le sue due componenti”, sottolinea Chiaroni.

Per quanto riguarda invece le infrastrutture di rete, che coprono una quota del 5% del mercato smart building, la crescita è stata a doppia cifra (più 12%) rispetto al 2020 raggiungendo quota 560 milioni di euro. Oltre agli investimenti negli edifici, continuano ad aumentare anche quelli legati esclusivamente alla “smart home” (in questo caso i dati vengono dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico), con un più 29% nel 2021 guidato dall’acquisto di elettrodomestici connessi, smart speaker, soluzioni per la sicurezza, caldaie, termostati e condizionatori connessi per riscaldamento e climatizzazione.

Voglia di comprare casa: a fine agosto balzo del 40,2%

“A fine agosto gli italiani che hanno manifestato l’intenzione di acquistare nuove case sono aumentati del 40,2% rispetto a luglio avvicinandosi ai livelli massimi toccati lo scorso giugno, ma cresce anche l’interesse a migliorare quella che hanno già”. Lo rileva l’indagine dell’Osservatorio Findomestic di settembre, realizzata dalla società di credito al consumo del gruppo Bnp Paribas, in collaborazione con Eumetra.

Secondo il report, sono soprattutto i progetti per rendere più efficienti le proprie abitazioni contro il caro-energia a dare la spinta: fotovoltaico (più 32,6%, ai massimi livelli degli ultimi 12 mesi), pompe di calore (più 17,4%), grandi e piccoli elettrodomestici (rispettivamente più 10,4% e più 9,7%), infissi (più 9,2%) e caldaie a condensazione o biomassa (più 4,1%). L’ambiente domestico si può migliorare anche grazie a nuovi mobili (più 12,6% di intenzioni d’acquisto) o acquistando una nuova TV, segmento che si conferma su livelli alti grazie all’effetto switch-off con un incremento del 12%. Solo i lavori di isolamento termico sono in controtendenza: meno 3,9%.

“La rilevazione che abbiamo condotto negli ultimi giorni di agosto – commenta Claudio Bardazzi, responsabile Osservatorio Findomestic – evidenzia come, nonostante le difficoltà del contesto, gli italiani non rinunciano a progettare acquisti e investimenti importanti per l’autunno. Le paure più grandi rimangono la crescita dei prezzi (50%) e il rischio recessione per il Paese (43%) ma registriamo una crescita sensibile del timore che non sia garantita la fornitura energetica nel prossimo autunno (per il 26% è una delle ansie principali contro il 18% di luglio)”.



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